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Visualizzazione dei post da dicembre, 2018

CARTESIO

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INTRODUZIONE AL FILOSOFO: René Descartes , noto in italiano come  Cartesio , nacque nel 1596 a La Haye, nella regione francese della Turenna. Proveniente da una  famiglia borghese piuttosto ricca , dopo gli studi dai  gesuiti  si laureò in diritto nel 1616. Nel 1618 si arruolò nell’esercito dei Paesi Bassi e, sotto la guida di un principe  protestante  andò a combattere in  Germania  nella  Guerra dei Trent'anni. Negli anni successivi,gli interessi di  Cartesio  si diressero soprattutto alla  matematica , alla  geometria , all’ ottica  e alla logica. Mentre era ancora soldato, il 10 novembre 1619 fece  tre sogni , durante i quali, secondo i suoi racconti, ebbe un’ intuizione fondamentale  per tutta la costruzione del suo pensiero filosofico: nei suoi appunti, infatti, scrisse che aveva scoperto  «i fondamenti di una scienza meravigliosa» . Probabilmente fu quello il periodo in cui  Cartesio  cominciò a elaborare i  principi di una scienza nuova , che avesse un unico  metodo  

GIORDANO BRUNO

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  Giordano Bruno , battezzato con il nome di Filippo, in onore di Filippo II, erede al trono di Spagna, nasce a Nola, nel 1548. Dopo aver compiuto i suoi studi di dialettica, logica e mnemotecnica a Napoli, a diciotto anni entra come  novizio  nel convento di San Domenico Maggiore, dove prende il nome di Giordano. Suddiacono nel 1570, diacono nel 1571,  sacerdote e dottore in teologia  negli anni che seguono, durante la carriera ecclesiastica ha occasione di approfondire il pensiero di  Agostino di Ippona  e di  Tommaso d’Aquino , venendo anche a contatto con gli scritti di  Erasmo da Rotterdam . Ad un primo processo, avvenuto tra il 1566 e il 1567, dovuto ad  accuse per il disprezzo delle immagini dei santi , ne segue un altro dieci anni dopo, che lo costringe a ritirarsi prima a  Roma , dove, per un breve periodo, viene accolto nel convento di Santa Maria sopra Minerva (lo stesso in cui  Galilei , nel 1633, avrebbe abiurato la teoria copernicana), e poi in Liguria, a Noli. Si tr

FRANCESCO BACONE

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Francis Bacon , più noto come Francesco Bacone, nasce nel  1561  a Londra, da sir Nicholas Bacon, cancelliere della regina Elisabetta. Frequenta il  Trinity College a Cambridge  e poi trascorre alcuni anni a Parigi. Alla morte del padre, è costretto a tornare in patria da Parigi dove si dedica alla politica e all’avvocatura. Nel corso di tutta la sua vita politica, Bacone fa corrispondere alle attività pubbliche un impegno costante e coerente per  l’affermazione del metodo sperimentale  e il rinnovamento profondo delle scienze e dell’intero sistema del sapere del suo tempo, riallacciandosi alla tradizione del Rinascimento e criticando il  metodo sillogistico-deduttivo  della  filosofia aristotelica . La maggior parte delle sue opere è raccolta nell’ Instauratio Magna , che comprende:  Il progresso della conoscenza ( 1605); il  Novum Organum (1620), la sua opera più celebre; l’ Historia naturalis et experimentalis  (1622); i  Saggi (1625); il  Silva silvarum  (postumo, 1627), compre

GALILEO GALILEI

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Con la scoperta del  cannocchiale  si aprì una serie di grandi  scoperte astronomiche , ma le  idee copernicane di Galileo  lo misero in urto con la chiesa e con gli aristotelici. Venne ammonito di professare una nuova astronomia e venne processato. Durante il processo abiurò e la sua opera venne messa all’indice. Galileo era credente cristiano e scienziato, ritenendo che Dio si è manifestato in due modi: -    ATTRAVERSO LE SACRE SCRITTURE -    ATTRAVERSO LA NATURA Attraverso le sacre scritture: ispirando i profeti nella composizione della Bibbia. Attraverso la natura: creandola. Quindi la natura, oggetto della scienza, e la Bibbia, base della religione, derivando tuuti e due da Dio, non possono contraddirsi, quindi il rapporto scienza e fede è inesistente. Galileo  afferma che l’errore non dipende dalla scienza o dalla Bibbia, ma dall’ interpretazione sbagliata che si ha di quest’ultima. Le scoperte astronomiche . All’inizio si credeva che la luna

MONTAIGNE

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Montaigne può essere considerato l'ultimo dei grandi umanisti del '500; i suoi Essais riecheggiano di ideali non dissimili da quelli di Erasmo ma con forti accentuazioni pessimistiche e scettiche. Spettatore di una Europa che si sta dilaniando in sommovimenti pubblici, Montaigne assume un atteggiamento di rigetto e di profondo disdegno. Il primo atto di ripudio di una realtà esterna così deteriorata dal pregiudizio e dall'odio politico e religioso Montaigne lo esprime proponendo la sua propria esistenzialità come oggetto del suo studio, per chiedersi chi egli è e che cosa sa. Questo ripiegamento su se stesso non è mosso tuttavia da ostinazione egoistica: egli vuole raccontare l'uomo senza la pretesa di insegnargli verità assolute, vuole vederlo come è, delimitato nella sua finitezza esistenziale, ma anche capace di rendere pubblico il suo conoscere ed il suo sentire. Questo è per lui un atto di umiltà, connesso al sentimento della relatività delle cose e alla diffico